Il mosaico raffigura sette uomini, filosofi, riuniti in un’area all’aperto, alcuni seduti su di una
panchina circolare di marmo, altri in piedi. Sullo sfondo un grande albero, una meridiana poggiata su di una colonna votiva, quattro vasi in bonzo dorato coperti, in lontananza, sulla destra, si
intravede una cittadella murata. Alcuni saggi guardano
una sfera armillare posta in una cassetta sul pavimento, dovrebbe
essere la sfera celeste inventata da Eratostene nel 255 a.C. Alcuni fra loro reggono dei rotoli di papiro. La presenza della meridiana e dei vasi di bronzo, simboli delle arti matematiche e astronomiche, lascia ipotizzare che i sette saggi stiano discutendo su
di un argomento astronomico o cosmologico.
Diverse sono le ipotesi avanzante sul luogo in cui si svolge la riunione: secondo
alcuni si trovano nei sobborghi di Atene, nel parco pubblico voluto da Cimone, chiamato “accademia” dall’originario giardino di Akademos, e poi divenuto il giardino dove Platone insegnò
filosofia. Infatti, da quel luogo era possibile ammirare il lato nord dell’Acropoli, che
in tal caso può essere riconosciuta nel paesaggio in alto a destra. Si ritiene quindi che il secondo
e terzo uomo da sinistra siano Lisia e Platone. Alcuni, inoltre, riconoscono Aristotele
nell’uomo a destra che stringe un rotolo di papiro tra le mani ed è nell’atto di andar
via. Il mosaico, probabilmente ispirato ad un modello tardo-ellenistico, fu scoperto nel 1897 a Pompei, nella villa di T. Siminius Stephanus.