A Pozzuoli esistevano due Anfiteatri, caso unico della storia antica. Purtroppo del più antico si sa poco, poiché la costruzione della linea ferroviaria Napoli-Roma ha tagliato l’impianto originario orientato sull’asse nord-est sud-ovest, privo di sotterranei e capace di ospitare circa 20.000 spettatori. È ancora visibile la cavea, la quale doveva poggiare direttamente su di un rilievo naturale in modo che le gradinate, sostenute da arcate cieche, si estendevano naturalmente su di un terrapieno. Fu costruito tra la tarda età repubblicana e i primi anni dell’età augustea, ma subì dei restauri e la erezione di un portico all’altezza della summa cavea in età giulio-claudia.
Con l’amento demografico si costruì l’Anfiteatro maggio, conosciuto anche come Anfiteatro Flavio. Terzo anfiteatro per capienza, dopo il Colosseo a Roma e l’anfiteatro Campano a Santa Maria Capua Vetere, poteva ospitare fino a 40.000 spettatori. L’impianto, ellittico, era cinto tutt’intorno da un porticato voltato, con pilastri di trachite completati da semicolonne. Il fronte esterno dell’anfiteatro era composto da due ordini di arcate sovrapposte, sorrette da pilastri in laterizio e in trachite, e chiuse in cima da un attico coronato da sculture.
L’arena è traforata da una serie di botole quadrangolari, collegate ai sotterranei per trasportare le belve.